Le bretelle in arancia meccanica

Le bretelle in arancia meccanica

Nel 1971 uscì nelle sale cinematografiche un film che cambierà radicalmente il mondo del cinema e che condizionerà i registi e produttori futuri nonché gli stilisti e la moda di quel decennio. Diretto da Stanley Kubrick, Arancia Meccanica e’ un film tratto dal romanzo scritto da Anthony Burgess, pseudonimo dello scrittore inglese di John Burgess Wilson, nel 1962.

La creazione dei costumi di questo film fu stata affidata alla costumista italiana Milena Canonero il cui esordio fu proprio grazie a questo lavoro.

Milena Canonero Oscar

Quest’ultima e Kubrick decisero di optare per un costume pratico ma che desse allo stesso tempo un idea di “degenerato e malsano”. L’idea stava proprio nell’utilizzare dei materiali studiati ad ottenere un impatto visivo discordante e disturbante, prediligendo colori e capi infatti che vengono solitamente associati a qualcosa di “sicuro” e “tranquillo”. Riportati in un ambiente malconcio ed indossati da individui la cui psicologia malata rendeva inaffidabili e violenti lo stesso concetto di “sicuro” viene rivalutato e visto sotto una visione completamente diversa.

In questo caso le bretelle hanno sì una funzione pratica atta al sostenere il pantalone ma allo stesso tempo hanno la funzione di trasmettere un sentimento di macabro e instabile, regalando comunque all’outfit finale un tocco estetico alquanto originale.

Le bretelle chiare erano un capo che veniva solitamente utilizzato dai poliziotti e che per questo veniva associato ad un uomo sicuro di sé, un uomo di affari o ad un uomo che garantiva un certo genere di stabilità emotiva. Con questa scelta l’ obiettivo di Canonero era quello di creare disordine e grazie a questa scelta, snatura completamente questo concetto. Ricostruisce invece un immagine inconfondibile adattata ad un ideale composto da capi impensabili per ottenere un look finale ormai diventato iconico.

Il colore bianco venne scelto per la maggior parte del vestiario. Questo colore viene generalmente viene associato a qualcosa di puro, vergine, sicuro. La capacità della stilista ha fatto si che in questo caso venisse diversamente ricondotto a qualcosa di malato.

Il concetto stilistico si riconduce a quello morale dell’opera poiché tutta la filosofia del film distorce tutti quei concetti che normalmente vengono considerati positivamente. Pensiamo, ad esempio, alla famosa canzone “singing in the rain” che in questo film, invece, viene associata alla violenza su una donna.

In questo caso ed in questa scena le bretelle giocarono un ruolo fondamentale.

Milena Canonero, durante le conferenze stampa in cui venne coinvolta successivamente, rese pubblico il suo desiderio per questo outift: desiderava qualcosa che fosse a metà tra una divisa militare (anche viste le protezioni e gli stivali militari) e un abbigliamento lontanamente riconducibile al concetto di un supereroe.

Le bretelle fino agli anni 70’ vennero usate per lo più da uomini importanti come politici, forze militari e corpi di polizia di stato perciò erano un ovvio sinonimo di uomo sicuro di sè e con la fedina penale pulita.

Costumi arancia meccanica

L’outfit dei drughi di Arancia Meccanica divenne infine successivamente molto famoso e più volte frutto di nuovi cameo in recenti film e videoclip musicali, dando alle bretelle un nuovo concetto e riportandole nel mondo della moda e del cinema come un accessorio indubbiamente indispensabile.

About Lorena Mancini

Autrice indipendente di moda e stile. I miei pensieri sono solo miei.